Essere regolari nel pagamento delle rate del mutuo è estremamente importante: saldare le rate in ritardo comporta una serie di rischi e conseguenze da non sottovalutare.
Tra i rischi più pesanti c’è sicuramente la possibile disdetta del contratto di mutuo da parte dell’Istituto di Credito. Tuttavia prima di arrivare a questa azione estrema le banche cercano di trovare soluzioni di compromesso.
La prima conseguenza per il ritardo nel pagamento della rata del mutuo è il tasso di mora: dopo più di 30 giorni dalla scadenza infatti la banca applica una quota di interessi aggiuntiva, compresa solitamente tra il 2% e il 4%. Questo tasso non può in ogni caso superare le soglie anti usura, che sono definite ogni tre mesi dalla Banca d’Italia.
Il tasso di mora viene applicato sempre per ogni rata non pagata nei termini, oltre il trentesimo giorno dalla scadenza: qualora i pagamenti tornassero regolari il procedimento rientrerebbe senza altre conseguenze.
Se si pagano in ritardo le rate del muto si è inoltre passibili di segnalazione alle banche dati SIC – Sistema di Informazioni Creditizie). Sono note anche come centrali rischi e sono consultati regolarmente dagli Istituti di Credito, Banche e Finanziarie per accertamenti sulla solvibilità dei richiedenti un mutuo o un prestito.
Essere segnalati come pagatori problematici in queste banche dati comporta una elevata difficoltà nell’accedere a prestiti, mutui e finanziamenti, oltre a creare problemi nell’utilizzo di carte di credito o nell’emissione degli assegni bancari.
A prescindere dall’eventuale tasso di mora applicato, la segnalazione alla centrale rischi avviene comunque dopo 15 giorni senza risposta o azione dal preavviso che la banca invia al cliente per rientrare del debito scaduto. Questa penalizzazione può avvenire quindi anche per rate pagate con pochi giorni di ritardo.
Tutte le banche e gli istituti di credito hanno infine il diritto di risoluzione del contratto, qualora si verificassero queste condizioni:
– mancato pagamento anche di una sola rata, con riferimento all’interruzione dei pagamenti;
– ritardo superiore ai 180 giorni;
– ritardo compreso tra 30 e 180 giorni per il pagamento di una rata, ripetuto almeno 7 volte.
Nei casi di insolvenza l’istituto coinvolge il garante, se previsto, e incarica una società di recupero crediti per rientrare del debito. Può ricorrere anche al pignoramento della pensione o dello stipendio.
Il caso più grave/limite è quello del pignoramento e la vendita all’asta dell’immobile concesso in ipoteca.
Fatte le dovute considerazioni è quindi assolutamente consigliato prevenire questi eventi estremi: quando si chiede un mutuo è fondamentale farsi assistere per verificare la propria solvibilità a seconda, naturalmente, dell’entità del finanziamento, della durata e delle proprie condizioni economiche.